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Una stanza tutta per sé (1)

Virginia Woolf

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Saggi Letteratura Società

Editore: BUR Rizzoli

Anno: 2013

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 224 Pagine

Isbn 10: 8817067989

Isbn 13: 9788817067980

Nato da una serie di conferenze tenute nei college femminili di Cambridge, "A Room of One's Own", "Una stanza tutta per sé", è presto diventato uno dei più eloquenti e incisivi saggi del Novecento, capace di attraversare un secolo senza che il suo messaggio di progresso perdesse forza. In questa pietra miliare nella storia dell'emancipazione femminile, Virginia Woolf non si limita a denunciare la sistematica esclusione delle donne dalla produzione intellettuale, ma mostra le condizioni materiali, economiche e sociali che l'hanno resa possibile e racconta la vita di chi, combattendo il canone patriarcale, è riuscita a emergere dall'anonimato della storia: come Jane Austen, che si trovava a scrivere nel salotto di casa ed era costretta a nascondere in tutta fretta i manoscritti all'arrivo degli ospiti. Sostenuta da una prosa tagliente, poetica e ironica, attraverso brillanti invenzioni narrative - tra tutte il personaggio di Judith Shakespeare, l'immaginaria sorella del grande drammaturgo dotata del suo stesso genio ma condannata al suicidio dal peso delle convenzioni sociali -, Woolf dà vita a un classico del pensiero occidentale che ha cambiato il nostro modo di guardare alla letteratura, alla storia della cultura, al rapporto tra i sessi. Il volume viene presentato in una nuova edizione con la prefazione di Ilaria Gaspari, che restituisce tutta la forza di un testo destinato a rimanere contemporaneo a lungo e la cui eco è lontana dallo spegnersi.

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TheLibrarian

Una stanza tutta per Sé

Una stanza tutta per sé è un saggio breve risultato dell’unione di due conferenze che Virginia Woolf tenne nei college femminili di Newnham e Girton, Cambridge, nel1928. 

Questo è forse il nucleo del discorso di Virginia Woolf: è tempo per le donne di rivendicare lo spazio, in letteratura e in generale nella cultura, che alle donne spetta. Come fare? 

Woolf afferma che una donna che vuole scrivere può farlo, ma necessita di due cose: abbastanza soldi per poter sovvenzionare la sua aspirazione letteraria, e una stanza tutta per sé. La stanza non serve solo per non correre il rischio costante di essere disturbata 

ma soprattutto per affermare e mantenere un’individualità solida, che altrimenti rischia di perdersi in una società maschile e maschilista. A partire da questa affermazione iniziale, il pensiero di Woolf si articola seguendo un excursus storico-temporale sulla condizione della donna, sul divario tra i due sessi, sui personaggi femminili, sul privilegio e sul desiderio di emancipazione. 

Woolf apre uno scorcio -da un punto di vista femminile- su una questione universale ma accessibile solo all’uomo, da cui la donna è sempre stata –paradossalmente- esclusa. 
 

Cit: Avete idea di quanti libri si scrivono sulle donne in un anno? Avete idea di quanti sono scritti da uomini? Sapete di essere l’animale forse più discusso dell’universo? 

Letizia Venagli

libro pieno di spunti di riflessione

Katelikki

Ho provato a leggerlo ma non mi ha presa, anzi l'ho trovato abbastanza noioso dopo le prime pagine per cui gli ho dato un'altra possibilità attraverso l'audiolibro ma purtroppo si è confermata la prima impressione.

Letturesullaluna

Un saggio sulla scrittura che è anche un manifesto femminista. Da leggere.

MissGloria

Chiaccherare con la Woolf è meraviglioso e al contempo disarmante: dice quello che hai sempre pensato, presenta situazioni in cui ogni tanto ti rivedi e pensi che sia illuminante per essere stato scritto un secolo fa. Spaventa vedere come sia attuale.

juliabbi

"La bellezza del mondo...ha due tagli, uno di gioia, l'altro di angoscia, che ci dividono il cuore." Mi sento profondamente inadeguata a parlare di Virginia, perché le mie parole contrastano con le sue, dotate di una forza spettacolare. Ed è da questa forza che deriva la voglia di agire, il desiderio di prendersi quella benedetta camera per sé. Da rileggere almeno un milione di volte. Da assorbire nei pori della pelle.

bntoni

Libro ribelle, scritto da una donna anticonformista e ribelle, ma che ho letto con difficoltà, non colto appieno il significato che c'è dietro. Da rileggere.

Utente eliminato

Primo libro che leggo di Virginia Woolf. Mi piace perché mi ha dato una nuova prospettiva sul femminismo, in positivo direi.

RebelBooks

AccioBookClub 2018; Settembre // «Perché Virginia, con il suo non essere una pomposa accademica, ci ha regalato un esempio di saggistica fuori dagli schemi, che fugge dalla sua mente e vibra nell’aria. Virginia indaga la libertà femminile, la creatività soffocata dalla condizione sociale...» - @stefaniereads // «Mi è impossibile parlare di questo libro senza commozione, mi è impossibile parlare di Virginia Woolf senza commozione. Di lei e di ciò che ha scritto vorrei dire tutto per ri-raccontarlo a me stessa. Per rileggere incessantemente le sue parole, e tra le sue righe la mia vita.» - @valeria_mazzucco // «Durante questa seconda lettura invece ho sentito una connessione con Virginia da donna a donna — anzi, più nello specifico: mi sono identificata nella sua condizione di donna che vuole dedicare la vita alla sua vocazione ma si scontra con una società organizzata in un modo che lo rende difficilissimo, quasi impossibile — e ho trovato coraggiose e catartiche la concretezza e l’onestà con cui ne parla (incredibilmente, cent’anni dopo le difficoltà sono quasi esattamente le stesse!)» - @ghiofgreengables // «Però credo che sia proprio questo suo essere culturalmente “grezza” che la rende così anarchica, quel suo non stare al posto assegnatole, quella forza di ribellarsi, quella sua propria luminescenza che emanava come autrice e come persona: era qualcosa che aveva dentro, era qualcosa che ha portato fuori, nel mondo, arricchendolo.» - @galaxia_reads

wellreadfairy 𓇢𓆸

La prima volta che lessi Una stanza tutta per sé avevo 21 anni, avevo appena finito l’università e non avevo ancora lavorato un giorno in vita mia. Prevedibilmente le parti che mi colpirono di più erano quelle dedicate all’analisi stilistica delle opere della Austen, delle sorelle Brontë e in generale della letteratura scritta da donne.

Durante questa seconda lettura invece ho sentito una connessione con Virginia da donna a donna — anzi, più nello specifico: mi sono identificata nella sua condizione di donna che vuole dedicare la vita alla sua vocazione ma si scontra con una società organizzata in un modo che lo rende difficilissimo, quasi impossibile — e ho trovato coraggiose e catartiche la concretezza e l’onestà con cui ne parla (incredibilmente, cent’anni dopo le difficoltà sono quasi esattamente le stesse!).

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