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Quaderno proibito (0)

Alba De Cespedes

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Editore: Mondadori

Anno: 1995

Lingua: Italiano

Rilegatura: Non inserito

Isbn 13: 9788804398455

«Ho fatto male a comperare questo quaderno, malissimo. Ma ormai è troppo tardi per rammaricarmene, il danno è fatto»: con queste parole inizia il suo diario Valeria Cossati, la protagonista di questo romanzo, una donna della classe media nell'Italia degli anni Cinquanta. Poco più di quarant'anni, due figli grandi, un marito disattento, un lavoro d'ufficio che svolge senza apparente passione, Valeria è assorbita dal ritmo "naturale" della quotidianità piccolo-borghese, schiacciata, senza quasi rendersene conto, tra i suoi ruoli di moglie, madre, impiegata. Un giorno però, colta da un impulso che a lei stessa appare irragionevole e inspiegabile, acquista un taccuino su cui comincia ad annotare fatti minuti e riflessioni. Nello spazio "proibito" della scrittura, Valeria scopre i conflitti sotterranei che pervadono la sua esistenza, le aspirazioni frustrate, i risentimenti nascosti; dà voce a una vita interiore da anni sopita, esprime una propria individualità, una precisa coscienza rivelata dai gesti e dai pensieri della vita quotidiana. Pubblicato a puntate tra il 1950 e il 1951, e un anno dopo in volume, "Quaderno proibito" è considerato il capolavoro di Alba de Céspedes, un libro che è testimonianza storica di un'epoca e tributo a una generazione pre-femminista decisiva per tutte le rivoluzioni successive; ma soprattutto una magistrale prova letteraria capace di svelare l'identità, frammentata e mutevole, dell'essere umano. Prefazione di Nadia Terranova.

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Stefi

"Eppure mi pare di vedere tutto con chiarezza, stasera; quando ho incominciato a scrivere credevo di essere giunta al punto in cui si traggono le conclusioni della propria vita. Ma ogni mia esperienza - anche quella che mi viene da questo lungo interrogarmi nel quaderno - m' insegna che tutta la vita passa nell'angoscioso tentativo di trarre conclusioni e non riuscirci. Almeno per me è così: tutto mi sembra, allo stesso tempo, buono e cattivo, giusto e ingiusto: persino caduco ed eterno."

•~•

Valeria decide d'impeto di acquistare un taccuino nero, come quelli che usava a scuola e scriverci cose che probabilmente mai a nessuno direbbe a voce alta. In lei c'è un anelito di libertà, di voglia di essere considerata oltre il suo ruolo di moglie e madre, perché è prima di tutto una persona. Ma contemporaneamente la cultura del tempo (anni '50) la influenzano, le fanno credere cosa sia giusto cosa sia sbagliato e fuori luogo. È un libro importante per capire quella generazione di donne ma anche di uomini, borghesi del secondo dopoguerra, con caratteristiche che riverberano ancora nel nostro Paese dove il tempo scorre come nel resto del mondo ma dove pare che quasi nulla muti. I pensieri che Valeria affida al suo quaderno proibito sono ipocriti, retrogradi, moderni, cattivi ma anche contraddittori e terribilmente autentici. E poi c'è Mirella, la figlia di Valeria, che ha assolutamente tutto il mio cuore. Lettura fantastica.

 

"A volte penso che, se non fosse mia figlia, mi sarebbe difficile volerle bene. Non s' accontenta solo di lasciarsi andare a vivere, di essere amata, come io facevo alla sua età. Forse ciò dipende dal fatto che gli studi erano molto diversi, allora, per le ragazze. Io non avrei mai pensato di fare l'avvocato: studiavo letteratura, musica, la storia dell'arte. Mi facevano conoscere solo quello che è bello e dolce nella vita. Mirella studia medicina legale. Sa tutto. I libri sono stati per me una debolezza che ho dovuto vincere a poco a poco, con gli anni; a lei, invece, danno quella spietata forza che ci divide."

 

 

Sara

All'apparenza "fisso" ma estremamente dinamico. La protagonista trova parte di sé scrivendo un diario privato e cerca di seguire i propri desideri nonostante le credenze di una donna di quaranta anni durante i primi anni del dopoguerra.

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