Tempo di lettura:
8h 34m
Editore: Einaudi
Anno: 1997
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Pagine: 257 Pagine
Isbn 13: 9788806121556
Accattivanti e tenere, sensuali e disperate, le lettere che Emily Dickinson, prima ragazza e poi donna, ci ha lasciato sono le tessere luminescenti e screziate con cui è possibile oggi tentare di ricostruire il mosaico della sua esistenza e della sua figura. Rappresentazione resa finora incerta da una sorta di vocazione alla solitudine, una specie di solipsismo congenito e apparente che fece di lei, negli anni in cui visse, a margine del Rinascimento americano, una figura di eccezionale, insospettata statura. Per diventare poi in pieno Novecento la figura simbolo della donna forte, colta, moderna e disperatamente sola. O volutamente tale. Eppure seducente, allusiva, maliziosa. Un viaggio nell’universo e nei sentimenti più reconditi della grande poetessa americana, nella cura della più importante studiosa italiana della sua poetica.
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wellreadvenus ⊹ ࣪ ˖ 𓇢𓆸
«Non ho mai scritto poesie — tranne una o due — prima di quest’inverno — Signore —
Mi è presa una paura terribile — da settembre a questa parte — non potevo parlarne con nessuno — così canto, come il Ragazzino quando passa vicino al Cimitero — perchè ho paura.»
Leggere queste Lettere mi fa sentire un po’ una spiona, una ficcanaso che legge la corrispondenza privata di altri. Ma è anche un sollievo. Non saprei dire perchè, ma è un po’ come leggere lettere indirizzate a me, come leggere da un’amica lontana. Un balsamo per il cuore in questi giorni bizzarri.
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