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L'estate torbida
Nella campagna romagnola si consuma un delitto selvaggio e crudele. Troppo selvaggio e troppo crudele perfino per quel periodo dell'immediato dopoguerra, nel corso della prima estate senza fascismo, che non dovrebbe essere così torbida, e invece lo è. Allora per risolvere questo caso efferato il commissario De Luca può tornare utile al brigadiere Leonardi, che ricorda di averlo incontrato durante l'altra sua vita, quando era «il miglior poliziotto d'Italia», mentre ora il suo nome è finito nella lista dei criminali fascisti e i partigiani vogliono fargli la pelle. Leonardi potrebbe denunciare De Luca, invece lo costringe ad aiutarlo nelle indagini: ha bisogno della sua bravura e della sua conoscenza di un passato ancora vivo per trovare lo spietato assassino che ha ucciso a bastonate un'intera famiglia.
Vita delle oche
Via delle Oche, a Bologna, è una strada rinomata. Prima della Legge Merlin, vi erano le case chiuse. Tra mercoledì 14 aprile 1943 e giovedì 15 luglio 1948 (tra le elezioni del Quarantotto, l'attentato a Togliatti, Bartali maglia gialla...) si svolge un'inchiesta di polizia che muove da un delitto in un casino, cui seguono alcuni omicidi disparati e apparentemente indipendenti. Il commissario De Luca investiga per una specie di intuito storicistico, conosce, per condivisione, il grumo profondo, il ritmo, la legge in cui la cronaca italiana germoglia dalla storia d'Italia. E coglie la verità del delitto nell'attimo in cui la ragione dello stato e della storia viene a inghiottirla. E in quell'attimo, come per un ultimo guizzo, quella verità appare piena e chiara. Sempre più profonda, più triste e inaspettata di quanto apparisse a lui, e al lettore.
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