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Per Krissie, così irresponsabile, così scombinata, Sarah è sempre stata una roccia, una rete di protezione. Due amiche tanto diverse, eppure unite da quando avevano quattro anni. Era Sarah ad ascoltare le proteste di Krissie dopo che aveva preso una multa, a farle da infermiera quando non stava bene, a passarle in silenzio le patatine quando aveva bisogno di solitudine. Fino al giorno in cui Krissie l’ha uccisa. Quel campeggio nelle Highlands scozzesi doveva essere una vacanza tranquilla, per allentare lo stress: quello di Krissie, dovuto alla recente – e imprevista – maternità  (dopo un incontro fugace in discoteca), e quello di Sarah, dopo i ripetuti – e sterili – tentativi di maternità  (nonostante un lungo e regolare matrimonio). Partono insieme a Kyle, marito di Sarah e vecchio amico di Krissie: un triangolo in cui si accende un crescendo di tensione, gelosia, desiderio. Fino all’inevitabile: Krissie che finisce a letto con Kyle; e all’imprevedibile: Sarah che cade da un precipizio durante un litigio con l’amica. Di fronte a quel corpo inerte che ha tutte le caratteristiche della morte, Krissie reagisce occultandolo freneticamente in una cavità  nella roccia. Ma nel buio di quella grotta, come in un viaggio nell’inconscio, si compirà  il ritorno a un’altra oscurità : quella di un luogo che appartiene all’infanzia e che unisce le due amiche in un segreto rimosso tra le pieghe della mente. Un buio da cui riemerge un dolore per cui qualcuno non ha mai pagato. Da quel momento in poi, un groviglio di follia e senso di colpa si scioglierà  in vendetta. Quella di una donna che vuole difendere, fino all’ultimo, e nonostante tutto, la migliore amica.