Oceano bianco (1)

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1945: un B-29 americano viene colpito dalla contraerea mentre è in volo su Tokyo, e il mitragliere Muldrow è costretto a buttarsi col paracadute sul territorio nemico. Ma il protagonista di Oceano bianco non è un soldato qualunque: ha passato la sua giovinezza tra le foreste e i ghiacci dell'Alaska, e sa come cavarsela negli ambienti più ostili. Dopo aver approfittato del caos dei bombardamenti per procurarsi i vestiti adatti, Muldrow inizia una marcia verso il Nord del Giappone, verso le nevi dove sa di potere sopravvivere. Un'odissea solitaria, segnata dalla morte e dalla violenza, che fa affiorare la sua parte primordiale: dove l'istinto di conservazione e l'impulso di uccidere rendono incerti i confini tra umano e animale. Al termine del viaggio, che comprende gli incontri stupefacenti con un anziano samurai e con un monaco zen americano, Muldrow raggiunge una personale forma di ascesi, in cui anima e corpo, io e tutto non sono più distinti. James Dickey, l'autore di Un tranquillo week-end di paura, ha raccontato questo itinerario iniziatico e crudele con la prosa di un poeta, tesa a dire l'indicibile, ma evitando ogni forzatura intellettualistica. È Muldrow a narrare la sua storia e il linguaggio non esce dall'orizzonte mentale di un uomo che ha imparato a vedere la realtà come un predatore. Una suspense che non viene mai a meno e un'esplorazione inaudita di zone oscure che la letteratura non è abituata a frequentare: Oceano bianco è uno di quei libri che non assomigliano a nient'altro, e che lasciano il lettore turbato e meravigliato.