Tempo di lettura:
6h 54m

Attualmente non in commercio

Mosca-Petuškì. Poema ferroviario (2)

Venedikt Erofeev

4 (1 voti) Vota

Editore: Quodlibet

Anno: 2014

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 207 Pagine

Isbn 10: 8874626533

Isbn 13: 9788874626533

Uscito dalla stazione Savelskaja avevo bevuto per cominciare un bicchiere di vodka del Bisonte perché so per esperienza che, come decotto mattutino, il genere umano non ha ancora inventato niente di meglio.

Questo romanzo, che Erofeev chiamava «poema ferroviario» perché si svolge in uno stato di estasi superalcolica tra la stazione di Mosca e quella di Petuškì, è stato uno dei libri più letti nella Russia dell’ultima era sovietica; circolava clandestinamente di lettore in lettore dal 1973, e fu pubblicato quello stesso anno in Israele in russo. In Russia fu ammesso ufficialmente e integralmente solo dopo il 1990, incontrando un successo e un apprezzamento enorme (Limonov ne parla con malcelata invidia e denigrazione): sembra che per desiderio dell’autore il libro dovesse costare quanto una bottiglia di vodka. Romanzo più che mai illustrativo dell’insofferenza per il regime morente, e del sordo, sotterraneo, costante boicottaggio messo in atto dalla popolazione, in particolare dalla larga popolazione di alcolizzati. La traduzione di Paolo Nori gli restituisce la vivezza del parlato anche gergale e la soffusa tragica comicità.

Dello stesso autore

Recensioni

5
0
4
1
3
0
2
0
1
0

K.

Un delizioso delirio. L'autoanalisi è un po' il carne e la sangue dei russi da romanzo, e in questo samizdat (i libri autoprodotti che circolavano clandestinamente in Unione Sovietica) sicuramente non manca, annegata letteralmente in un quantitativo d'alcool inutile da quantificare. Erofeev - contaballe clamoroso per sua stessa ammissione - ci butta di peso su questo treno dove il protagonista, in preda a delirio da vodka, lascia da parte la sanità mentale per tuffarsi in sé stesso. Nessuno potrebbe pensare che questo diario di un ubriacone ha più in comune con l'uomo del sottosuolo di Dostoevskij che con Bukowski, ma questa è la magia della letteratura russa: l'uomo, al centro, sempre.

image image