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Estate 1946. La guerra è appena terminata e sulle rive del Lago Maggiore si torna faticosamente a vivere. Il protagonista di questo maturo e sapido romanzo di Piero Chiara è un giovane sui trent'anni che solca le acque del lago per diporto; gettata l'ancora nel porticciolo di Oggebbio, viene invitato a Villa Cleofe dall'enigmatico dottor Orimbelli, che lì vive con la moglie, acida e molto più anziana di lui, e la bella cognata Matilde, vedova. Il giovane si sente nel contempo attratto e respinto dal mistero che si respira nelle stanze di quella villa, ma finisce con l'accettare l'ospitalità di Orimbelli. Giorno dopo giorno l'amicizia tra i due si consolida, anche perché entrambi non tardano a riconoscersi come accaniti dongiovanni. Un tragico avvenimento viene però a turbare il clima tranquillo della villa, e quello che fino a quel momento è stato un fine ritratto della vita di provincia assume all'improvviso i contorni del "giallo". Cos'è avvenuto veramente nella darsena? Chi era l'uomo in bicicletta intravisto sulla strada del lungolago?
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