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Rigoberta Menchu deve morire (1)

Gérard de Villiers

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Editore: Mondadori

Anno: 1993

Lingua: Italiano

Rilegatura: Flessibile

Pagine: 188 Pagine

Da quando l’unico presidente comunista della storia del Guatemala, Jacobo Arbenz, è stato rovesciato da un colpo di stato organizzato dalla CIA, il paese è dilaniato.
Una guerra civile interminabile e feroce vedono contrapposta l’élite ladina dei meticci, discendenti dei conquistatori spagnoli, e gli indiani, poveri e analfabeti, costretti ai lavori più umili, i quali costituiscono oltre la metà della popolazione.
Una speranza sembra innalzarsi per il paese sotto la guida di Rigoberta Menchú, Nobel per la pace nel 1992, portavoce della popolazione indigena.
La donna è un faro di speranza soprattutto per le vedove degli indigeni uccisi e sepolti nelle fosse comuni, riunite nell’associazione CONAVIGUA, la quale è tenuta sotto stretto controllo da una branca segreta della polizia guatemalteca, nota come “servizio Archivi”.
Gli Stati Uniti non sostengono più l’odiata dittatura mesoamericana, e alle orecchie del capo della CIA locale, Malcolm Brown, arriva la soffiata su un piano dal nome in codice El Diablo per togliere di mezzo la Menchú.
C’è un solo agente segreto a cui rivolgersi per scoprire il piano omicida prima che venga consumato: Malko Linge, il Principe delle Spie.
L’agente doppiogiochista del servizio Archivi, Mercedes Pinetta, paga con la vita la sua indiscrezione.
Come farà SAS, che è solo un gringo, a trionfare laddove una ladina, per di più ben inserita nel sistema, ha fallito?

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