Editore: Mondadori
Anno: 1989
Lingua: Italiano
Rilegatura: Non inserito
Isbn 10: 8804326670
Isbn 13: 9788804326670
White romanza la storia di Artù, Lancillotto, Ginevra e la cerca del Graal, rifacendosi a La morte di Artù di Th. Malory. Ma a spingere all’opera lo scrittore non è il fascino esercitato dalla leggenda arturiana, né il desiderio di ammaliare i lettori con atmosfere medioevali più o meno genuine. White è interessato al valore universale della vicenda: la storia di amore tra Ginevra e Lancillotto, contrastata dal grande affetto e dalla fedeltà che entrambi provano nei confronti di Artù, e l’opera di civilizzazione che il re intraprende per trasformare l’Inghilterra in un paese pacifico e sicuro sono, secondo White, esperienze che ogni lettore moderno può condividere e apprezzare. Da qui i lunghi brani di introspezione in cui l’autore cerca di analizzare i motivi della passione – pur sempre immorale – che lega Ginevra e Lancillotto, e le tante digressioni in cui sono spiegati i tentativi fatti da Artù per ricondurre all’ordine i feroci baroni di Inghilterra, offrendo loro un nuovo ideale da sostituire a quello, antico, della violenza e della prevaricazione: la Tavola rotonda, simbolo di giustizia e di un uso razionale della forza.
Re in eterno è appunto la storia di un grande tentativo di educazione, individuale e collettiva: Merlino, precettore di Artù, cerca di comunicare al proprio allievo un’esperienza profonda della vita (anche mediante incantesimi che permettono al giovane di passare giorni o mesi nelle forme di un animale in mezzo ad altri animali, studiando i vari tipi di società naturali); il ragazzo, divenuto re, cercherà di trasmettere al popolo inglese ciò che ha imparato. Sarà una lotta disperata contro mentalità e abitudini vecchie di secoli… Una tragica lotta che opporrà Artù al clan degli Orkney, di cui suo figlio Mordred fa parte e che incarna le antiche logiche barbariche e tribali. Nello scontro tra la vecchia e la nuova mentalità gli amici diverranno nemici e guerre assurde saranno combattute, fino all’ultima, tragica battaglia…
Curiosità: dal primo libro della quadrilogia è stato tratto il cartoon Disney La spada nella roccia.
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Recensioni
Heideblume
Mozzafiato! White è solo uno dei tanti portavoce del ciclo bretone ma è anche il primo ad aver rimarcato il collegamento con la realtà odierna rendendo questa versione così preziosa e attuale. “Re in eterno” è quello che Piero Dorfles ne "I cento libri che rendono più ricca la nostra vita" definirebbe un romanzo-mondo: "I grandi romanzi, cioè quelli che racchiudono un intero universo di esperienze, di sentimenti e di percorsi logici, spesso non sono riconducibili a un solo genere o a un solo modello letterario. Sono i romanzi che, per le caratteristiche della narrazione, la qualità dello stile, la varietà dei personaggi, l’ampiezza del periodo storico descritto e la precisione dell’ambientazione, si possono definire romanzi-mondo. Alcuni di questi parlano di un solo personaggio, di un ristretto periodo storico, di una sola giornata, eppure riescono lo stesso a darci un’immagine nitida, un’analisi profonda e completa del modo in cui si sviluppano e incidono sul nostro vissuto le relazioni umane, tanto da assumere un valore universale. I romanzi-mondo rappresentano i rari casi in cui un prodotto narrativo supera i limiti della ricostruzione letteraria di una vicenda, della vita dei personaggi e della cornice storica in cui si svolgono perché racchiudono emblematicamente, o anche metaforicamente, l’universo delle esperienze che possiamo avere su questa terra. Perché contengono, in una storia, qualcosa che è sostanziale nella nostra vita." L'epos di Artù incarna simbolicamente la fine di un'età aurea e l'arrivo di un più tetro e incerto domani - diceva Tolkien - ma vi è anche una speranza per l'avvenire. Lo ammetto, questa è una delle rare volte, se non uniche, in cui ravviso totale padronanza della materia. Per dare un'idea di quale sia il tono del libro, copio la fine del secondo volume: " Nonostante nove decimi del racconto sembrino occuparsi di cavalieri giostranti, di ricerche del Santo Graal e cose del genere, la storia costituisce un tutto unico e narra i motivi per cui infine il giovane andò incontro alla rovina. È la tragedia, la tragedia aristotelica e globale, del peccato che torna a casa per passarvi la notte. Ecco perché dobbiamo prender nota dell’albero genealogico del figlio di Artù, Mordred, e ricordare, quando sarà il momento, che il re si era congiunto con la propria sorella. Non sapeva di farlo, e forse avrebbe dovuto esserne incolpata lei, ma nella tragedia, a quanto pare, essere innocenti non basta."
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