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Nonostante Hobbes. Lavoro e antropologia tra... (0)

Laura Pennacchi

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Editore: Castelvecchi

Anno: 2025

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 192 Pagine

Isbn 13: 9791256145676

La strana esaltazione della “fine del lavoro” che per decenni è stata in voga anche a sinistra sembra giunta al termine. Ricerche e studi stanno riconsiderando il lavoro non solo come fatto empirico ed economico ma come cornice di una nuova antropologia, come fonte di identità e soggettivazione. La nuova “questione antropologica” origina da lontani antecedenti: su tutti, Machiavelli e Hobbes. I cui presupposti teorici – dalla malvagità innata dell’essere umano all’intrinseco egoismo, fino alla politica intesa come esercizio della violenza – devono quindi essere ripresi, esplicitati e rimessi in discussione. Con la riscoperta della centralità del lavoro, ciò che è buono, degno di amore o pieno di valore resta accessibile solo dalla prospettiva delle nostre azioni: il lavoro si conferma così quale mezzo indispensabile alla realizzazione di sé e allo sviluppo della democrazia.

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