Tempo di lettura:
3h 28m
Editore: CISU
Anno: 1997
Lingua: Italiano
Rilegatura: Flessibile
Pagine: 104 Pagine
Isbn 10: 8879751786
Isbn 13: 9788879751780
I Mănus, che con i loro camion e carovane percorrono il Massiccio Centrale, non parlano dei loro morti. Questa deferenza muta fa parte di un'arte più generale del non-detto e dell'assenza che salda la comunità zingara e la inscrive nel mondo dei Gage, il nostro. I Manuš non dicono niente di se stessi. Dei loro defunti tacciono i nomi, distruggono i beni e abbandonano gli accampamenti alle erbacce: «l'avvento manuš si fa con la sottrazione», sottolinea l'antropologo in questo testo eccezionale.
Solo un intimo dei Buissonniers, dei cacciatori di ricci, dei reimpagliatori di sedie e dei ferravecchi nomadi delle campagne francesi, poteva procedere all'etnografia di questo ritiro e di questo silenzio essenziali, in ogni momento rifondatori dell'identità del gruppo nella sua distanza dai non Zingari.
La scrittura comprensiva di Patrick Williams, sposa, con il suo ritmo, i suoi scarti e la sua inventiva, la complicità sottile del più apparente e del più nascosto, e ci restituisce la rottura strutturale che fa dei Mănuš questa gente del vicino e del lontano, di qui e d'altrove. Né marginale, në dominata, né deviante, la loro civiltà non ha smesso di costituirsi in seno alle società occidentali come circostanziale e pura differenza. Nel vuoto, in contrappunto, in silenzio.
Questo libro pieno di finezza, di emozione e di domande cruciali poste all'antropologia ci rivela, sotto una luce interamente nuova, uno di quei popoli della solitudine cari a Rimbaud e a Chateaubriand.