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Fatti e personaggi biblici nell'interpretazione ebraica tradizionale
Riccardo Pacifici
Questo libro è un’antologia di un’antologia. Rispetto alla fonte su cui ha lavorato, l’opera di Pacifici non è che una minima parte dell’originale, ed è legittimo chiedersi quali siano stati i criteri che hanno ispirato la scelta dell’autore. Certamente hanno giocato diverse componenti, ma di una in particolare non si può tacere: la seconda parte di questo libro presenta con insistenza il tema della storia ebraica, nella prospettiva delle grandi sciagure nazionali, come la distruzione dei Santuari e i martìri dei grandi rabbini del passato, vittime dei romani. Questo lavoro fu preparato da Riccardo Pacifici nel 1943, pochi mesi prima della sua cattura da parte dei nazisti e della sua deportazione nei campi di sterminio. Anche dalle testimonianze. di chi lo conobbe in quei mesi, sappiamo che Pacifici aveva una visione chiara della portata e del significato della tragedia che stava allora coinvolgendo il mondo ebraico, e della responsabilità che egli, come guida di una comunità di Israele, aveva su di sé. Gli avvenimenti di quei mesi non erano un fatto nuovo e isolato nella storia, ma la prosecuzione di una drammatica tragedia secolare. Se si cerca un documento di come nella storia ebraica la ’aggadah abbia potuto esprimere i sentimenti e l’ideologia di Israele, e abbia rappresentato il legame con il passato, e la fede e la speranza nel futuro, malgrado tutto, non si potrebbe trovare un esempio migliore delle parole di Rabbi Aqiba alla vigilia e durante il suo martirio, che il Rabbino Pacifici, alla vigilia del suo martirio, cosi traduceva in italiano: «Preparatevi a qualche grave castigo... deve essere perciò chiaro e manifesto dinanzi al Creatore del mondo che una grave sciagura sta per scendere nel mondo e perciò questi giusti si preparano da noi, affinché si adempia quanto è scritto nel verso “il giusto muore... ma per sottrarlo ai mali che vengono, il giusto viene ritirato (dal mondo)” ». Mentre veniva torturato ripeteva: «La Rocca, perfetto è il suo operare, poiché tutte le sue vie sono giustizia; Dio di veracità e senza nequizia, giusto e retto Egli è» (Dt 32,4).