Tempo di lettura:
5h 50m
Editore: Castelvecchi
Anno: 2020
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 175 Pagine
Isbn 13: 9788832829853
Un’analisi filosofica e sociologica della trasformazione dell’estetica dal 1995 a oggi: l’ibridazione delle forme di visualità canoniche con i linguaggi popolari, in particolare la street art, le nuove tecnologie e il neo pop; l’occasione persa delle realtà virtuali e dell’abbattimento della distanza fra osservatore e opera. Dalla nascita dei Cattelan, dei Damien Hirst, Andres Serrano, Vanessa Beecroft e Mat Collishaw per arrivare alla leadership dell’arte di sistema americana – quella dei Jeff Koons e Matthew Barney – dove Wall Street e la grande moda si intersecano con la stessa sintesi formale dell’arte svuotandola di senso e riempiendola di valori economici. Ma su tutto continuano a restare i Richter, Kiefer, Viola e Kapoor. La domanda che attraversa l’intero libro è: l’arte ha ancora una funzione sociale? Forse l’Armageddon comincia proprio qui, nello scontro tra le due forme antitetiche dell’arte visuale, metafora del conflitto globale, proprio nella valle della Beqa del web. Introduzione di Maria Chiara Valacchi.
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