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Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan
Cecilia Sala4 (2 voti) Vota
Editore: Mondadori
Anno: 2023
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 204 Pagine
Isbn 13: 9788804735427
Kateryna ha 28 anni, ha fatto la modella, ha amici sparsi per l'Europa e all'inizio del 2022 spera che in Ucraina scoppi la guerra: «Non sono così vile da augurarmi di vivere sotto il ricatto di Vladimir Putin per anni, contando sul fatto che il compito di affrontarlo spetti poi a un'altra generazione invece che alla mia». Oggi Kateryna è un soldato. Assim ha 23 anni, studia Ingegneria aerospaziale all'università di Teheran e dal giorno in cui Mahsa Amini è morta, il 16 settembre 2022, con il suo gruppo ha cominciato a scrivere il nome di Mahsa nei bagni delle università e nei vagoni dei treni: «Non sapevamo a cosa stessimo dando inizio». Nabila è una campionessa di kick boxing, è lesbica ed è una conservatrice fedele alla Repubblica islamica, ma come molte donne religiose considera il caso di una ragazza fermata in una stazione della metro per un velo malmesso e riconsegnata cadavere pochi giorni dopo alla famiglia «un'onta collettiva e un'enormità contro Dio». Zarifa è cresciuta con l'idea che da grande avrebbe fatto politica ed è diventata adulta in un Afghanistan dove era possibile, dopo il 2001 e prima del 2021. Appartiene alla generazione che ha immaginato e poi iniziato a costruire la propria vita su presupposti incompatibili con i codici degli integralisti, quella che oggi si rifiuta di considerare il movimento dei talebani, «che esiste da meno tempo dei telefoni cellulari, che in tutto ha controllato il paese per sette anni non consecutivi», il proprio destino. Kateryna, Assim, Nabila e Zarifa sono solo alcuni dei protagonisti di questo viaggio. Cecilia Sala li ha seguiti alle feste e tra le bombe. Il risultato è un racconto corale, straziante, verissimo, che ci mostra in presa diretta «tre incendi che bruciano il mondo» e lo sconvolgono oltre i confini dei paesi in cui sono divampati.
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Recensioni
Palica
Mi sono proposta di leggere Cecilia Sala dopo quanto di terribile le è accaduto durante il suo lavoro in Iran nel dicembre 2024. E' un reportage che vale la pena di leggere, sono fatti che ho visto scorrere sulle pagine dei quotidiani una manciata di anni fa, o purtroppo ancora in atto nella loro tragicità. Ripercorrendoli, mi sono resa conto di quanto poco ne sapessi e, invece, quanto siano cruciali per riuscire a leggerli nella loro complessità.
Averli in mente serve, per contrastare la narrazione fraudolenta o mistificata propinata dai regimi autoritari o dai media stessi; ma serve altrettanto per dare grande valore al lavoro di coraggiosi cronisti dediti a vagliare i fatti e raccontare le specificità di un popolo.
4 stelline e mezzo