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Ferite a morte (1)

Serena Dandini

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Editore: Rizzoli

Anno: 2014

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 215 Pagine

Isbn 13: 9788817072342

"'Ferite a morte' nasce dal desiderio di raccontare le vittime di femminicidio. Ho letto decine di storie vere e ho immaginato un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale. Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco delle regole assegnate dalla società, e che hanno pagato con la vita questa disubbidienza. Così mi sono chiesta: 'E se le vittime potessero parlare?' Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi. Desideravo farle rinascere con la libertà della scrittura e trasformarle da corpi da vivisezionare in donne vere, con sentimenti e risentimenti, ma anche, se è possibile, con l'ironia, l'ingenuità e la forza sbiadite nei necrologi ufficiali. Donne ancora piene di vita, insomma. 'Ferite a morte' vuole dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi. Ma non mi sono fermata al racconto e, con l'aiuto di Maura Misiti che ha approfondito l'argomento come ricercatrice al CNR, ho provato anche a ricostruire le radici di questa violenza. Come illustrano le schede nella seconda parte del libro, i dati sono inequivocabili: l'Italia è presente e in buona posizione nella triste classifica dei femminicidi con una paurosa cadenza matematica, il massacro conta una vittima ogni due, tre giorni." (Serena Dandini)

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dianagrnlp

Un libro letto tutto d'un fiato e che mi ha tolto il fiato. L'attualità di queste storie e il modo in cui vengono raccontate, riescono a farti immedesimare nella tragicità delle donne che le hanno vissute. "Sempre più spesso i delitti avvengono per l'incapacità di elaborare il lutto di una separazione, per la difficoltà di trasformare in dialogo la frustrazione di un fallimento. Le donne hanno imparato a lottare per la loro autonomia economica, cominciato a trovare il coraggio per inventarsi una vita diversa,anche a costo di stare da sole con i figli; gli uomini invece non ce la fanno a lasciarle andare, non reggono l'abbandono che è vissuto come un affronto atavico che colpisce e annienta orgoglio e amor proprio. Spesso la spinta principale per la maggior parte dei femminicidi è il tentativo di eliminare fisicamente la fonte di quella disperazione."

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