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Editore: Piemme
Anno: 2019
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rilegato
Pagine: 323 Pagine
Isbn 13: 9788856668629
1116, Regno di Francia. Eloisa è una donna fuori dal comune. Chiusa in convento fin da giovanissima, senza sapere nulla dei genitori, non è mai riuscita ad abituarsi a quella vita, una prigione fatta di polvere, silenzio e litanie, per lei prive di senso, ripetute all'infinito. L'unico modo di evadere è chiudersi nella biblioteca del convento dell'Argenteuil e perdersi tra le righe dei manoscritti che lì vengono conservati. Per questo, il giorno in cui le viene consegnata la lettera di suo zio Fulberto, che la invita a raggiungerlo a Parigi a vivere con lui, fuori da quelle odiate mura, Eloisa non crede ai propri occhi. La libertà. Finalmente la libertà che tanto ha desiderato assaporare. Pietro di Berengario, noto in tutta Parigi come Abelardo, è uno dei filosofi più celebri del suo tempo. Le sue lezioni all'università sono seguite da centinaia di studenti. Per quello ha lasciato la primogenitura e il suo castello in Bretagna e ha preso i voti, perché era il solo modo per poter dedicare la sua vita all'unica cosa che per lui abbia un senso: il sapere. Quando Eloisa e Abelardo si incontrano - lo zio di lei ha voluto concedere alla nipote una vera istruzione con il maestro più rinomato del momento - la loro è quasi una sfida. Diffidente lui, perché non pensa che una donna possa meritare la fama di letterata con cui viene acclamata Eloisa. E orgogliosa lei, che sente il rifiuto di Abelardo ad accettare la sua intelligenza. Ed è proprio questo il momento in cui sboccia il loro amore, in cui passione e intelletto fungono da trama e ordito, un'unione che è di corpi quanto di anime e menti. Tanto grande nella gioia quanto disarmante nel suo drammatico epilogo, che li porterà prima a mentire e a imbrogliare chi li ama, poi a perdere tutto e a vivere separati per sempre.
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Recensioni
Stefi
La figura di Eloisa mi ha da sempre affascinato, è una donna fuori dal comune, considerando che ha vissuto nel dodicesimo secolo. Invece di dedicarmi alla lettura dell'epistolario della coppia o di saggi storici sull'argomento, ho cercato dei romanzi che potessero raccontarmi un po' della sua vita e della sua incredibile storia col chierico Pietro Abelardo. Perciò mi sono imbattuta in questo libro della Raffa. La scrittura mi è sembrata molto acerba, lo stile estremamente lineare e il contesto storico culturale è appena accennato. Mi aspettavo una scrittura romantica e appassionata, ma anche storicamente accurata, come accade con i lavori di Tracy Chevalier per intenderci. Invece in questo libro ho trovato un tono troppo patetico e melodrammatico che mi faceva pensare alle soap opera. Ho apprezzato il punto di vista dell'autrice in merito all'interpretazione dell'operato di Eloisa nella fase finale della sua vita, però avrei preferito una scrittura più virtuosa e un contesto storico raccontato più meticolosamente.
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