Tempo di lettura:
9h 4m
Editore: Ponte alle Grazie
Anno: 2019
Lingua: Italiano
Rilegatura: Brossura
Pagine: 272 Pagine
Isbn 10: 8833311570
Isbn 13: 9788833311579
Nel 2008, quando lascia l’Italia, Alina ha 26 anni: Roma le sta stretta e lei non ama limiti e definizioni. La sua meta è una Londra finora sognata, che si trova proprio alla vigilia della crisi, nell’ultimo momento di porte aperte e possibilità infinite per la sua generazione. Fra piogge improvvise e sprazzi di sole, inerzie e incontri fortunati, trova un lavoro più promettente di quello che ha lasciato da noi e inizia a farsi strada nell’unica società a cui spera un giorno di appartenere. Per lei, credeva, l’identità è un concetto fluido, da piegarsi a piacimento. Scopre che non è così quando entra in scena Iain, giovane medico inglese, e con lui il suo giro di amici. Alina se ne innamora ma il riserbo britannico di lui e l’ostinazione di Alina nel guardare solo al futuro alzeranno la prima barriera fra la ragazza e il suo mondo elettivo. Perché anche Iain ha conosciuto più di un altrove. Nei tardi anni Novanta, a neppure vent’anni, lui e la giovane Vicky avevano lasciato le loro belle case londinesi per andare a vivere in Italia lavorando come volontari. Il fantasma di quel periodo ha ombre lunghe che toccano Alina, costretta a misurarsi con una realtà più inafferrabile del previsto e con il rischio costante di restare sospesa fra due mondi.
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Recensioni
Stefi
Alina è una ragazza romana che stanca del suo lavoro a Roma senza molte prospettive di carriera, decide di seguire il suo sogno di vivere a Londra, megalopoli tentacolare dalle grandi opportunità. Una volta in terra inglese, Alina si crea una vita con determinazione e tenacia, intrecciandola con quella di Iain con cui instaurerà una relazione speciale. Il libro è molto moderno per i temi trattati e per la scrittura molto fresca e scorrevole. Mi sono piaciute molto le descrizioni della città di Londra e di Roma, sono riflessioni molto lucide ed interessanti. Stesso discorso per gli italiani all'estero e per gli inglesi. Però per me la lettura ha avuto un grosso problema: il personaggio di Alina che per me era davvero intollerabile, non sono riuscita proprio a farmela piacere. Saccente, superba, ipocrita, sempre pronta col giudizio dall'alto del piedistallo, il tipo di donna che guarda le altre e nota il suo peso e se è abbastanza carina, la Marconi lo chiama senso estetico degli italiani io lo chiamo provincialismo superficiale tipico di molti italiani. D'altronde le cose che lei cerca in una città in cui vivere sono quelle che io evito come la peste, perciò siamo proprio incompatibili.