Tempo di lettura:
11h 44m
Editore: Bloomsbury
Anno: 2018
Lingua: Italiano
Rilegatura: Rigida
Pagine: 352 Pagine
Isbn 10: 1408890070
Isbn 13: 9781408890073
Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare. Poggiando su una solida conoscenza delle fonti e su una profonda comprensione dello spirito greco, Madeline Miller fa rivivere una delle figure più conturbanti del mito e ci regala uno sguardo originale sulle grandi storie dell'antichità.
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Recensioni
Carla Lentini
Ci ho riprovato con l'epica, anche romanzata, ma non fa proprio per me. Ho dovuto mollare a metà per non rischiare di bloccarmi definitivamente. Peccato
Marigo97
Non ho amato la narrazione: tutto è raccontato dalla voce di Circe, ma ho trovato il suo personaggio noioso e a tratti irritante per la maggior parte del tempo. Se all’inizio del libro (primissimi capitoli) ho effettivamente simpatizzato con la povera Circe bistrattata dalla famiglia, mi sono stufata in fretta e l’empatia è stata soppiantata dall’irritazione. Per una buona metà del libro Circe è terribilmente passiva, anche ciò che dà un punto di svolta alla sua vita avviene quasi per caso, senza che lei se ne renda bene conto o abbia voce in capitolo. E grazie a questa svolta che dovrebbe essere una punizione, nel corso dei secoli Circe trova sé stessa. Poi arriva Odisseo e le cose si fanno leggermente più interessanti. @@Un aspetto che proprio non ho apprezzato è l’attualizzazione dell’ambientazione e del linguaggio. Da un romanzo mitologico mi aspetto di sentirmi trasportare in un tempo mitico e lontano... ma non è successo, anzi, il sentire di Circe appare spaventosamente vicino al nostro, e così quello di Telemaco, mentre il resto del mondo antico agisce in modo coerente agli ideali del tempo.@In generale non ho niente contro stili semplici, anzi tendo a prediligerli, ma in questo romanzo ammetto che avrei apprezzato qualcosa di più consono alle atmosfere del mito. @@La storia si fa leggere ma non è nulla di eccezionale, anzi. Ci sono spunti interessanti che o non vengono sfruttati o vengono contraddetti senza una reale spiegazione, i personaggi non mi hanno fatta impazzire, ma soprattutto la cosa più grave è che questo romanzo viene definito femminista quando assolutamente non lo è. Circe ripone continuamente il senso della sua esistenza in uomo, non una sola volta pensa di poter essere indipendente, e non ha una singola relazione positiva con un’altra donna se non un accenno alla fine con Penelope. Etichetta e ignora tutte le altre ninfe come oche e si rifiuta di relazionarcisi, alla faccia della solidarietà femminile.@ @Ci sono inoltre dei buchi di trama piuttosto seri, di cui parlerò con SPOILER quindi se non ne volete fermatevi qui.@@@ @La primissima informazione che ci dà Circe è che solo i figli di Helios e Perseide possiedono la magia: non si capisce perché proprio loro, ma è così, la possiedono tutti e quattro e lo prendiamo per buono. Tutti tranne Circe lo capiscono subito o comunque molto presto, lei resta nella totale ignoranza per 700 anni finché non scopre ciò che può fare per puro caso – e solo perché Eete le ha parlato dei pharmaka –, ma diciamo che va bene. @Man mano che Circe nei secoli trascorsi a Eea scopre sé stessa e i suoi poteri, parla molto di come la magia richieda lavoro e volontà. E d’accordo. Però questo vale solo per chi è già mago, abbiamo tutte le ragioni di credere; tralasciando Eete che dichiara che la magia non si può insegnare, la magia viene comunque presentata ogni volta come un istinto di chi la pratica; il mago sfrutta vari materiali, ma si tratta di materiali che in mano a qualcun altro non avrebbero alcun effetto. @Medea, figlia di Eete, è a sua volta una maga: benissimo, nonostante Circe ne sottolinei la forte volontà è anche ovvio che abbia ereditato la magia dal padre. Telegono, invece, non è interessato alle arti della madre e sembra non possedere alcuna simile capacità. Anche questo può andar bene, diciamo che è un dono che si trasmette con il sangue ma non è detto che tutti lo ricevano (di nuovo, i figli di Helios e Perseide sono maghi tutti e quattro, ma già lì non si capisce bene il perché quindi non indaghiamo oltre). @Poi arriva Penelope a Eea, fa domande a Circe sulla sua arte, è chiaramente incuriosita dalla magia. E cosa ci dice più tardi Circe? Che non si stupirà se Penelope diventerà una maga. Cosa che in effetti avviene. Ora, a me l’idea in sé di Penelope maga piace anche, lei è uno dei personaggi migliori del romanzo e non mi dispiace questo epilogo per lei. Ma questa svolta va a contraddire TUTTO ciò che viene detto prima della magia. Penelope non l’ha ereditata, l’ha studiata per conto suo come si potrebbe fare con una scienza, l’ha acquisita tutto a un tratto perché ha una forte VOLONTÀ. Non ha senso. @ @Altra perplessità: Circe è preoccupata perché per l’incantesimo protettivo le serve qualcosa che sia stato a contatto con il mondo dei morti e ha solo una boccetta portatale da Odisseo. Riesce a distillare quello che serve, comunque, tutto bene. @Lancia l’incantesimo. Viene fuori che dovrà rilanciarlo ogni mese, ma improvvisamente la quantità non è più un problema: nemmeno considera che il sangue potrebbe esaurirsi, non è preoccupata, la questione non viene più affrontata (se non con generici accenni alla difficoltà degli incantesimi) e lei lancia mensilmente l’incantesimo per sedici anni.
Pimpinaus
È dall'estate del 2018 che provo a leggere questo libro, finalmente ci sono riuscita. Non era mai il momento adatto ma questo è un problema mio (ho capito ora a fine lettura) non tanto del libro. Per le prime 150 e passa pagine (più o meno finché Circe non arriva a Creta per aiutare la sorella) ho trovato Circe un personaggio passivo e irritante per questo, perché non mi capacitavo come potesse farsi così zarbino con chiunque. Piano piano poi, tante delle sue sofferenze, la sua paura, le sue ferite e soprattutto la sua rabbia mi hanno fatto non solo apprezzare la protagonista ma anche empatizzare e rivedermi in lei in certi aspetti. Ho amato profondamente la sua storia e in alcuni punti ho anche pianto. La scrittura di Miller è un valore aggiunto immenso a questo libro, poetica e melodiosa ti fa immergere subito nell'atmosfera tipica dei racconti classici. Ora rimpiango di aver letto la Canzone di Achille in italiano ed essermi persa questo aspetto. Meraviglioso.
Sabrina Sica
da studentessa di liceo classico, ho conosciuto le vicende della maga di Ea attraverso la voce di un uomo, Omero, che la descrive come la cattiva che trasforma i compagni di Odisseo in porci e poi, ammaliata dalla sua mente, decide di aiutarlo per tornare ad Itaca. La Miller descrive, invece, una figura completamente opposta; narra le vicende di una donna che ha dovuto, prima, sopportare le decisioni di uomini che non capivano le sue esigenze, i suoi voleri; poi ha sperimentato la rinascita. E' diventata padrona di sè stessa e capace di imporre agli uomini le sue decisioni, non il contrario. Circe diventa così maga, dominatrice, salvatrice, amante, e tanto altro, decidendolo sempre e solo lei, mantenendo alta la sua indipendenza e tenendo nelle proprie mani le redini del gioco.
Lìa B.
#acciobookclub luglio 2019
Ho terminato Circe ormai da un po' e sono giunta alla conclusione che è una lettura davvero piacevole, nonostante agli inizi fossi riluttante ad adagiarmi su una valutazione tanto semplice.
Lettura godibilissina, scorrevole, molto piacevole, ben strutturata (anche se si poteva forse fare un cicinin di più!), ideale per l'estate e che ti lascia una gran voglia di buttarti a capofitto nella mitologia greca!
Un paio di defaillances però la Miller le ha avute: l'uso della parola 'atomo' e 'pedigree' quando temo proprio che ai tempi di Circe atomi e pedigree fossero non solo parole inesistenti ma concetti sconosciuti, giusto per fare un esempio.
Ora, al di là di tutte le rimostranze che potrei inventarmi, a conti fatti non leggevo con tanto piacere un bel tomo simile da tanto tempo.
Consigliato? Consigliato!
RebelBooks
AccioBookClub 2019; Luglio // «Fino all'ultimo l'ho trovato un bel romanzo, una buona idea supportata da ottime conoscenze mitologiche e storiche, una prova scorrevole e piacevole pur senza particolari caratteristiche. Alla fine però è diventato un CAPOLAVORO per il suo messaggio. Circe celebra l'autodeterminazione, il valore della ricerca, della perseveranza, della saggezza, dell'impegno e dello studio. Madeleine Miller rielabora il mito per portare una storia di crescita, di ricerca della propria voce, dei propri gusti e dei propri talenti.» - @sissiforbooks // «Circe è una storia di donna — e anche la storia della Donna, in quanto genere. Poco importa che sia una ninfa, o la figlia del dio sole, o la prima maga della letteratura occidentale. È impossibile, da donna, leggerlo e non riconoscersi in lei, non ritrovare le nostre battaglie nelle sue: la difficoltà nel trovare una voce (e il coraggio di usarla), la difficoltà a essere creduta, presa in considerazione, presa sul serio, la necessità di crearsi una corazza — una maschera dura — per proteggersi dal mondo, e poi la difficoltà nel toglierla quando invece la vita richiede, o permette, più morbidezza. E poi è scritto benissimo: sottolineo mille frasi qua e là solo perchè sono belle, solo per avere il piacere di rileggerle ancora e ancora...» - @ghiofgreengables
wellreadvenus ⊹ ࣪ ˖ 𓇢𓆸
Circe è la storia di una donna, ma anche la storia della Donna, in quanto genere. Poco importa che sia una ninfa, o la figlia del dio Sole, o la prima maga della letteratura occidentale.
È impossibile, da donna, leggerlo e non riconoscersi in lei, non ritrovare le nostre battaglie nelle sue: la difficoltà nel trovare una voce (e il coraggio di usarla), la difficoltà a essere creduta, presa in considerazione, presa sul serio, la necessità di crearsi una corazza — una maschera dura — per proteggersi dal mondo, e poi la difficoltà nel toglierla quando invece la vita richiede, o permette, più morbidezza.
E poi è scritto benissimo: ho sottolineato mille frasi qua e là solo perchè sono belle, solo per avere il piacere di rileggerle ancora e ancora.
Uno dei libri più belli che ho letto negli ultimi anni, ma che dico, un dei miei preferiti di sempre 🖤
Corbie_Legge
Credo che sia una delle storie più belle che abbia letto nel 2019. La Miller ha saputo dar voce ad uno dei personaggi più temuti nell'Odissea, dandole un tono umano, forte ed eroico. Si, Circe parla delle donne! è stato bellissimo seguire la sua storia, dall'origine fino alla sua fine, dalla sua nascita e fin dopo ciò che l'Odissea narra. La sua vita è un ispirazione, il suo essere da molti spunti di riflessione. Ogni singola pagina è piena di passione e di vita. Lo straconsiglio, Circe è uno di quei romanzi che non si possono dimenticare.
clody
Un libro meraviglioso, che una volta cominciato è impossibile da mettere giù. Una storia e una scrittura potente e magnetica.
Lady Plume
La storia raccontata (in modo magistrale e poetico) dal punto di vista di Circe. Prima indifesa giovane donna dell’Olimpo, poi sapiente e sensuale regina della sua isola. Molto bello!
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