Canne al vento (0)

"Star vigili come le canne sopra il ciglione che ad ogni soffio di vento si battono l'una l'altra le foglie come per avvertirsi del pericolo." Mi è sembrato che questo romanzo della Deledda fosse un enorme affresco dettagliato e stupefacente della bellezza della Natura nuorese, che inerme sta lì ad osservare quanto i protagonisti vengano sospinti dagli eventi e dalle loro azioni cattive, generose, penitenti, incomprensibili... "La voce del fiume e degli ontani laggiù, l'odore delle euforbie, il riso e il pianto di Grixenda, il riso e il pianto di Noemi, il riso e il pianto di lui, Efix, il riso e il pianto di tutto il mondo, tremavano e vibravano nelle note dell'usignolo sopra l'albero solitario che pareva più alto dei monti, con la cima rasente al cielo e la punta dell'ultima foglia ficcata dentro una stella." Queste pennellate così vivide della Deledda sono meravigliose, insieme alle antiche leggende sarde di spiritelli e fate. Ho apprezzato meno la massiccia presenza di cattolicesimo e racconti biblici, ma capisco che per delineare il tipo di personaggi e inquadrare bene il contesto ci debba essere, è solo un problema mio di intolleranza estrema per quella roba lì. 

Mentirei se vi dicessi che mi è piaciuto, ma anche se vi dicessi che mi è dispiaciuto leggerlo. Sicuramente non è avvincente a livello di trama, ma le descrizioni poetiche mi hanno molto colpita. Sono contenta di aver letto un romanzo della Deledda, che penso abbia scritto anche temi rivoluzionari per l'epoca!